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Negli ultimi anni la figura dello psicologo è andata sempre più diffondendosi…lontani dall’idea che soltanto chi è considerato “pazzo” debba rivolgersi ad un esperto di questo tipo, sempre più persone ora si rivolgono ad una persona qualificata con cui parlare.

 

Ma… in cosa consiste il lavoro con lo psicologo? 

 

Mi capita molto di frequente di accogliere in studio persone che al primo colloquio mi dicono “Sa dottoressa, non avrei mai pensato in vita mia di rivolgermi ad uno psicologo”. Questo perché per molto tempo si è pensato che lo psicologo fosse una figura necessaria soltanto in caso di gravi disturbi mentali o di personalità e che rivolgersi a lui fosse una sorta di ammissione di essere diversi e portatori di problematiche mentali.

 

Nulla di più fuorviante.

 

Uno psicologo può sì essere interpellato per problematiche di questo tipo ma anche per questioni molto meno gravi purchè fonte di disagio e sofferenza o di blocchi emotivi e comportamentali.

 

Tra i disagi che affronto quotidianamente in colloquio spiccano principalmente tematiche come difficoltà a raggiungere obiettivi professionali, relazioni d’amore complicate, problemi nel gestire le relazioni interpersonali, insicurezze, paure, ansie, attacchi di panico, preoccupazioni.

 

Si tratta dunque di disagi che viviamo tutti nel corso della vita e che non hanno a che fare necessariamente con disturbi mentali o di personalità. La causa di questi disagi risiede spesso nelle convinzioni sul mondo e su noi stessi che si sono create dentro di noi durante l’infanzia e che ancora oggi, a distanza di anni, incidono sul nostro comportamento. Quanto è accaduto da piccoli, in particolare il rapporto con i nostri genitori e con le persone che ci circondavano (parenti, maestre, compagni di scuola, ecc) ha contribuito in maniera determinante nel formare la nostra personalità e nel determinare le azioni che quotidianamente scegliamo di compiere.

 

Cosa si fa quindi con lo psicologo durante un percorso con lui?

 

Innanzitutto si parte da uno stato problema, da una situazione di disagio che la persona sta vivendo. Durante un primo colloquio si svolge un’anamnesi, ovvero una raccolta di informazioni sulla persona e sul disagio, per poi definire un obiettivo da raggiungere. In quella sede, inoltre, lo psicologo mostra al cliente il percorso da svolgere insieme per raggiungere l’obiettivo formulato e, se il cliente decide di iniziare, parte il viaggio insieme fatto di racconti, tuffi nel passato, tecniche e … compiti a casa. Sì, proprio come a scuola ma in maniera più leggera e “giocosa”, spesso profonda ma “ristrutturante”.  I compiti a casa servono a prendere consapevolezza di sè, a tirar fuori le risorse che tutti abbiamo dentro di noi e a completare il lavoro che viene svolto in seduta con lo psicologo.

 

Si tratta di un vero e proprio percorso interattivo, durante cui l’obiettivo è sia quello di raggiungere lo stato desiderato definito in prima seduta ma soprattutto di acquisire gli strumenti necessari a gestire in autonomia i disagi quotidiani.

 

Tutto il lavoro è supportato da un elemento fondamentale: l’empatia. La sintonia che si instaura tra il cliente e lo psicologo è la base necessaria per svolgere il lavoro insieme, mina le basi della fiducia verso l’altro e verso se stessi e permette di “rispecchiarsi” nell’esperto riscoprendo in lui risorse che in realtà appartengono già a se stessi.

 

 

<<Da’ un pesce ad un uomo affamato e lo sfamerai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo sfamerai per tutta la vita>>

Proverbio cinese

 

Per prenotare un primo colloquio gratuito 3298225245

 

 

 

 

 

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