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Come già detto negli articoli precedenti, il nostro inconscio è un gran chiacchierone.

 

Bla, Bla, bla, parla continuamente, anche mentre la nostra parte razionale è intenta a fare altro, e, soprattutto, mentre dorme. Sì, la nostra mente inconscia non dorme mai, lavora e parla senza sosta , motivo per cui durante il sonno emergono pulsioni, desideri e tutto quanto controllato dalla nostra mente razionale durante lo stato di veglia.

 

Questo costante chiacchiericcio inconscio è definito DIALOGO INTERNO, ed è ciò che accompagna tutte le attività quotidiane che svolgiamo, come una musica di sottofondo, come un “suggeritore interno” che, tra le tante cose, ci dice cosa fare e come agire.

 

L’aspetto principale di questa attività inconscia (come già parlato in un precedente articolo) riguarda le CONVINZIONI POTENZIANTI e LIMITANTI che ci ripetiamo in maniera del tutto inconsapevole e che influiscono sulle azioni che compiamo quotidianamente. E… se scendessimo ancora più in profondità nelle dinamiche dei meccanismi mentali? Scopriremmo che il nostro dialogo interno influisce anche sugli eventi non ancora accaduti, non solo determinandone l’esito, ma anche influendo sul fatto stesso che accadano!surprised

 

Siamo di fronte alla famosa PROFEZIA CHE SI AUTOAVVERA.

 

IN CHE MODO AVVIENE TUTTO CIÒ? 

Sembrerebbe un meccanismo magico, ma in realtà non si tratta altro che di un processo di INDUZIONE IPNOTICA.

 

Facciamo alcuni esempi. 

 

Nell’era del digitale e di internet, quando abbiamo problemi di salute e sperimentiamo sintomi nuovi, una delle prime cose che facciamo è digitare su google domande relative ai sintomi per informarci su wikipedia, blog e sui forum. 

 

NIENTE DI PIÙ SBAGLIATO.

 

Partendo dal presupposto che ogni sintomo può manifestarsi diversamente da persona a persona, le informazioni che leggeremo determineranno quel processo di INDUZIONE accennato prima, costituendo per la nostra mente inconscia un SUGGERIMENTO di quanto potrà accadere… ed ecco lì che spesso si presentano anche i nuovi sintomi di cui non conoscevamo l’esistenza (oltre che la paura e le ansie connesse).

 

Ciò non vuol dire che non dobbiamo informarci ma che è bene farlo nel modo più essenziale possibile, limitandoci a conoscere ciò che serve per gestire la situazione.

 

Un altro esempio tipico che propongo durante i corsi di comunicazione telefonica per le aziende è il classico “LA DISTURBO?” all’inizio di una telefonata.

 

Non c’è modo peggiore di iniziare una conversazione.

 

In questo modo stiamo suggerendo inconsciamente il disturbo all’interlocutore, motivo per cui, in qualche modo, potremmo ridurre sin dall’inizio l’empatia che potrebbe instaurarsi durante la telefonata. 

 

Una valida alternativa comunicativa per avviare l’interazione, invece, sarebbe “HA QUALCHE MINUTO PER ME?”.

 

Allo stesso modo, quando formuliamo un obiettivo, di qualsiasi natura esso sia (personale, professionale, terapeutico, ecc) è bene formularlo usando termini positivi, in modo da suggerire alla nostra mente inconscia immagini ed emozioni gradevoli e motivanti.

 

Quando una persona si rivolge in studio da me per iniziare un percorso, ciò che gli chiedo è “COSA VORRESTI OTTENERE DA UN LAVORO INSIEME?”. È in questo momento che definiamo insieme l’obiettivo, partendo dal ristrutturalo in modo che possa essere FORMULATO IN POSITIVO e quindi più raggiungibile.

 

La maggior parte delle risposte che arrivano è “NON VOGLIO PIÙ SOFFRIRE”, “NON VOGLIO PIÙ STAR MALE”. Frasi di questo tipo non sono realmente motivanti in quanto, inconsciamente, suggeriscono esclusivamente immagini e sensazioni negative, motivo per cui la mente richiama a sé soltanto elementi di natura negativa e le azioni che seguiranno saranno dettate da quei riferimenti negativi.

  

Ricordiamoci inoltre che la nostra mente inconscia non riconosce il “NON”, per cui ciò che rimane all’interno della frase come principale riferimento inconscio, è il “soffrire”, lo “stare male”, ecc.

  

Se vi chiedessi di NON PENSARE ASSOLUTAMENTE ad un ENORME ELEFANTE ROSA E VERDE davanti a voi cosa succederebbe? L’avete visto vero?

 

Cosa fare quindi? Come allenare la nostra mente?

  

FORMULARE PENSIERI E PAROLE IN POSITIVO. “Voglio stare bene, voglio essere soddisfatto, felice” sono già un punto di partenza per suscitare in noi emozioni positive e rendere l’obiettivo più raggiungibile.

 

Usare produttivamente il linguaggio ipnotico vuol dire utilizzare termini che arrivino POSITIVAMENTE alla mente inconscia, dandoci l’opportunità di attingere alle risorse necessarie per superare il disagio e motivarci più rapidamente all’azione.

 

 

 

Leggi anchegli articoli sull'IPNOSI e sull'IPNOSI REGRESSIVA

 

Tag: psicologo bari, ipnosi, coaching, mente, inconscio